03.La biblioteca di Ombrachiara
C’era una volta una ragazza che viveva in una città in cui nessuno parlava più.
Tutto era stato detto. Tutto era stato scritto. Le parole, stanche, si erano addormentate dentro i libri, e la gente non vedeva più il motivo per cui leggerle.
La ragazza si chiamava Eloisa e aveva un dono: ogni volta che leggeva una frase che le toccava il cuore, una finestra si apriva dentro di lei.
Piccola, impercettibile. Ma da quella finestra entrava luce.
Un giorno, camminando vicino a una piazza deserta, trovò un foglietto stropicciato, forse dimenticato da un vento sbadato. Diceva:
“L’assurdo nasce dal confronto tra il bisogno umano di spiegazione e il silenzio incomprensibile del mondo."
Firmato: Camus.
Eloisa lo tenne in tasca. Poi iniziò a raccogliere parole ovunque: da libri lasciati sugli scalini, da murales cancellati a metà, da pagine di romanzi in biblioteche dimenticate.
Ogni parola che le parlava diventava un filo dorato, e con quei fili, una notte, iniziò a tessere un sentiero nella biblioteca di Ombrachiara, il luogo leggendario dove le storie non dette andavano a dormire.
Tessendo, capì qualcosa di semplice ma immenso: non si leggono libri per capire il mondo,
si leggono per restare svegli mentre il mondo ci attraversa.
La biblioteca si svegliò. Le frasi iniziarono a fluttuare attorno a lei, come stelle. E da quel giorno, ogni persona che si sentiva sola, senza direzione, riceveva un frammento di quella biblioteca.
Non era una risposta.
Era una domanda che portava luce.
Piccola sezione per i grandi
Questa fiaba può essere letta da bambini curiosi e adulti in cerca.
Racconta del potere delle parole, della necessità di raccogliere frammenti per dare un senso a ciò che non si spiega.
Un libro, una frase, una pagina: ognuna può diventare una lanterna.
Domande da condividere:
Qual è la frase che ti ha cambiato?
Hai mai sentito che un libro “ti ha scelto”?
Cosa cerchi davvero quando leggi?