05.Un mondo come il nostro
Tutto accade in fretta.
Risposte rapide, notifiche continue, contenuti da consumare senza sosta.
In un mondo come il nostro, è facile perdere di vista sé stessi.
Allora leggere può diventare un grande STOP.
Uno stop davanti al quale fare risuonare il nostro intuito.
Uscire dalla mente, farci toccare dalle emozioni. Iniziare a far uscire da noi qualcosa, e non solo inglobare informazioni esterne.
Leggere, allora? Non è anch’essa un modo per inglobare?
Sì, può esserlo.
Ecco perché è necessaria attenzione: scegliere con cura cosa leggiamo, così come dovremmo scegliere con cura le parole che pronunciamo.
Nel libro La società della stanchezza, il filosofo Byung-Chul Han parla di un’epoca in cui l’eccesso di positività e prestazione ci logora.
Siamo sempre “sotto carica”, ma spesso privi di direzione autentica.
Anche la crescita personale è diventata, a volte, un traguardo da raggiungere in fretta.
Ma conoscersi richiede tempo. Richiede lentezza.
Richiede silenzi, pause, domande a cui non rispondere subito.
Come scrive Susan Cain in Quiet,“In un mondo che non smette mai di parlare, chi coltiva il silenzio scopre cose che gli altri non vedono.”
E come suggerisce Cal Newport nel suo libro Deep Work,
“La capacità di concentrarsi senza distrazioni sarà una delle abilità più preziose del futuro.”
In mezzo a tutto questo rumore e questa corsa, c’è un bisogno che non smette di farsi sentire:
il bisogno di senso.
Un senso personale. Un senso che nasce dal sentire, non solo dal sapere.
Un senso che si costruisce nel tempo, facendosi domande vere.
Chi sono io? Cosa conta per me, davvero? Che voce voglio ascoltare tra tutte?
La lettura come primo strumento può aiutarci a rallentare e ritrovare connessione.
Può ricordarci che anche in un mondo come il nostro, c’è spazio per fermarsi.
Per scegliere dove concentrare la nostra attenzione.
Per tornare nel passato o viaggiare nel futuro.
Per farsi toccare dalle parole di un altro, colui che abbiamo scelto di leggere.
Per riconoscersi, quando ci siamo allontanati troppo da noi stessi.
Per trovare i nostri pezzi sparsi e riunirli.
Una domanda per te
E tu, in questo mondo… dove stai andando?
Quanto di ciò che insegui è davvero per tuo desiderio?
Quando è stata l’ultima volta che hai letto qualcosa per ascoltarti, e non per accumulare o distrarti?
(Che, sia chiaro, leggere è una cosa utile... finché non diventa una fuga da sé stessi.)
Se ti fermi, anche solo per un momento, e usi la lettura anche da questo punto di vista che ti porto, potresti percepire qualcosa di nuovo.
E lì, tra una pagina e una pausa, potresti scoprire qualcosa che avevi dimenticato: te stesso.
Oggi, in un mondo come il nostro — qui da dove scrivo, dall’Europa, dall’Italia, da Milano — leggere per riconoscerti e non solo per conoscere potrebbe farti stare diversamente.
Incontrare sé stessi non è sempre una meraviglia.
Ma è sempre un inizio.
Un nuovo viaggio. Tutto da scoprire.
Che, inevitabilmente, porterà a grandi risoluzioni.
Carl Jung diceva “Chi guarda fuori sogna, chi guarda dentro si sveglia.”
Buona lettura. Buon viaggio.
Fonti di ispirazione
Byung-Chul Han- La società della stanchezza
Susan Cain, Quiet- Il potere degli introversi in un mondo che non sa smettere di parlare
Cal Newport- Deep Work. Concentrarsi al tempo di distrazioni
Carl Gustav Jung- Ricordi, sogni, riflessioni