01.La porta di sè

C’era una volta un villaggio che non aveva nome, perché nessuno lì aveva tempo per le domande.

Le persone correvano tutto il giorno, cercando risposte pronte e obiettivi lucidi come medaglie.
Solo una casa, in fondo al sentiero di pietra rossa, era diversa: aveva una porta fatta interamente di specchio.

Tutti la evitavano, dicendo:

“Riflette ciò che non vuoi vedere.”

Un giorno, Lira, una ragazza silenziosa dagli occhi pieni di vento, trovò un foglietto abbandonato ai piedi di un albero:

“Conosci te stesso e ti riconoscerai ovunque.”
Le parole si infilarono nel cuore come un seme, e iniziarono a germogliare.

Quella notte, Lira si avvicinò alla casa del mistero. La porta-specchio tremolò, come se la stesse aspettando. Non appena vi poggiò la mano, si aprì. E ciò che vide non fu un interno… ma un mondo.

Era un paesaggio che cambiava a ogni passo: una stanza di nebbia che la seguiva ovunque andasse.
Poi, un corridoio pieno di specchi — alcuni la facevano sembrare enorme, altri minuscola, altri semplicemente... invisibile.
Ogni immagine la metteva a disagio.
Ma Lira non si voltò.

Attraversò un ponte di carta che scricchiolava sotto pensieri mai detti.
Scese scale coperte di domande lasciate in sospeso.
E infine, arrivò a un giardino silenzioso, dove cresceva solo una pianta.

Era un seme aperto, con foglie trasparenti.
Lì accanto, una figura anziana sedeva su una pietra tonda.
Non aveva volto, ma solo voce:

“Hai attraversato ciò che eri pronta a guardare.
Qui non trovi risposte.Trovi lo spazio per ascoltarti.

Lira non capì subito. Ma sentì un calore nel petto, come se una parte di lei si fosse finalmente riconosciuta.

Quando tornò al villaggio, nulla era cambiato…eppure, lei vedeva ogni cosa con occhi diversi.

Non aveva risposte.Ma aveva una bussola.
E ogni volta che sentiva smarrimento, tornava alla porta di Sé — che ora portava dentro di sé.

Quale parte di te aspetta solo di essere vista?

Nota per chi legge Questa fiaba è ispirata al primo passo di ogni cambiamento: guardarsi dentro.
È dedicata a chi ha il coraggio di entrare nella nebbia delle proprie emozioni, e riscoprire sé stesso, anche un po’ per volta.
È una storia per chi cerca una verità che non grida, ma sussurra.


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